#ilmuseoincasa - Roma e gli altri. Voci di popoli ai Musei Capitolini

Immagine: 
Area sacra di Sant'Omobono
22/05/2020 - 30/06/2021
Musei Capitolini

Una nuova rubrica settimanale, il venerdì, che, attraverso alcune opere dei Musei Capitolini, 'dà voce' a persone appartenenti ad altri popoli e ad altre culture.

Altri che in un lontano passato hanno avuto contatti con l’Urbe, vi hanno vissuto in maniera temporanea o stabile, fondendosi e integrandosi con i più antichi residenti, o in comunità isolate a tutela della propria identità culturale, ma sempre lasciando memorie dirette o indirette della loro presenza o del loro passaggio.

Venerdì 22 maggio, iniziamo con Un etrusco di Roma e un fenicio di Sulcis. Tra i rapporti giuridicamente rilevanti che potevano instaurarsi tra Roma e il “resto del mondo”, grande importanza è stata attribuita fin da tempi antichissimi al vincolo di ospitalità (hospitium).

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Nell'appuntamento di venerdì 29 maggio, Asclepiade, Polistrato e Menisco, tre greci "amici" di Roma. Nel mondo antico l'amicitia non era solo un sentimento di affetto reciproco ma un istituto giuridico riconosciuto, di cui Roma fece ampiamente uso per giocare un ruolo di potere durante il suo espansionismo nel Mediterraneo.

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Venerdì 5 giugno la rubrica ci propone Dalla Siria a Roma: una famiglia palmirena a Trastevere. Nonostante l’istituzione della provincia di Siria nel 64 a.C., Palmira, città carovaniera e cosmopolita, mantenne una certa autonomia almeno fino all’età tiberiana, epoca in cui le testimonianze archeologiche ed epigrafiche raccontano una storia di mobilità: fin dal I secolo, infatti, una comunità di palmireni si era stabilita nei pressi del Gianicolo, sulle cui pendici orientali sorgeva un altare dedicato a Baal e ad altre divinità nazionali.

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Venerdì 12 giugno si prosegue con Crescente, un auriga africano. L'iscrizione sepolcrale di Crescente conservata ai Musei Capitolini, fornisce preziosi dettagli sulla sua carriera: appartenente alla squadra degli Azzurri, dopo la prima competizione vinta l’8 novembre del 115 dl.C., gareggiò altre 685 volte risultando primo in classifica in 46 gare – in 38 delle quali rimontando dall’ultima posizione – e conseguendo il secondo e terzo gradino del podio altre centinaia di volte.

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Venerdì 19 giugno la rubrica propone a dedica agli "dei patri" di due soldati della Gallia Belgica. I pretoriani erano i soldati numericamente più presenti nella Capitale durante l’età imperiale: si occupavano dell’accampamento e dei servizi di corvée, ma anche della guardia del Palazzo Imperiale sul Palatino, della sorveglianza dei prigionieri, della scorta nei viaggi imperiali, di missione estere e campagne militari e, del controllo dell’ordine pubblico, sebbene in misura ridotta rispetto a vigili e urbaniciani.

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Venerdì 26 giugno raccontiamo Greci a Roma: opportunità professionali per tutti.
Il flusso migratorio della popolazione greca, presente a Roma sin dalla media età repubblicana (III secolo a.C.), continuò in epoca imperiale grazie alle opportunità di impiego in tutti i settori della vita pubblica cui i Greci potevano aspirare, e all’ammirazione per la cultura ellenica da parte di Nerone che si trasformò in un vero e proprio culto sotto il regno di Adriano. 

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Venerdì 10 luglio la rubrica propone la storia di Ammias: una donna e la sua lunga vita tra Laodicea e Roma.
Un frammento di marmo esposto nella Galleria Lapidaria conserva l’epitaffio,  l’iscrizione sepolcrale in greco di Ammias, una donna originaria di Laodicea deceduta alla rispettabile età di 85 anni.

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Venerdì 17 luglio vi proponiamo La singolare dedica a Zeus di un ufficiale di polizia della provincia di Cilicia.
Un piccolo altare marmoreo esposto nella sezione Culti della Galleria Lapidaria conserva la singolare dedica in greco a Zeus Olybrios da parte di un ufficiale di polizia cilicio.
Il dio era patrono - e forse mitico fondatore - di Anazarbos in Cilicia, oggi Anazarva (Turchia), nel 19 a.C. ribattezzata da Augusto “Cesarea”.
Colpisce che Marco Aurelio – questo era il nome di derivazione imperiale del nostro dedicante – abbia utilizzato per la propria città natia, definita “bellissima” nel testo, il nome originario: Anazarbos.

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Venerdì 24 luglio vi raccontiamo L'Egitto a Roma: L'Iseo Campense. Le vicende relative all’arrivo degli Egiziani nell’Urbe sono parallele a quelle della diffusione dei loro culti nella società romana.
Fin dai primi contatti con gli Italici a Delo nel II secolo a.C., essi iniziarono a diffondere le loro credenze, per portarle successivamente a Pompei e Pozzuoli e, dopo circa un secolo, a Ostia e Roma.

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Venerdì 7 agosto decimo e ultimo appuntamento della rubrica. In chiusura vi proponiamo L'Egitto nella casa imperiale: il cratere "egittizzante" di Villa Adriana.
L’imperatore Adriano, uomo coltissimo, letterato e viaggiatore, subì particolarmente il fascino delle culture mediterranee tanto che di ritorno dall’ Egitto, nel 134, edificò una residenza a Tivoli – la celebre Villa Adriana – in cui ritroviamo non solo costruzioni evocative di luoghi e monumenti greci e orientali visitati nei suoi viaggi, ma una logica di progettazione improntata a un gusto “egittizzante” dove molte sono le somiglianze con templi e sacelli isiaci di Roma e delle province. Tra gli oggetti egittizzanti conservati nei Musei Capitolini il cratere costituisce un unicum: fu realizzato da maestranze locali del tempo di Adriano, ma se la scelta del materiale e dei soggetti che vi sono rappresentati sono di chiara ispirazione egizia, la forma del vaso e lo schema decorativo rimandano a contesti ellenistici.

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Informazioni

Luogo
Musei Capitolini
Orario

Il venerdì a partire dal 22 maggio 2020

Informazioni

060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)

Tipo
Evento
20200317
1007116
#laculturaincasa
Musei in Comune
17/03/2020 - 30/06/2021
Evento|Manifestazioni

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