Restauro del “Marforio”

Il restauro del Marforio completa il ciclo di recupero e conservazione delle sei statue parlanti di Roma, tradizionalmente famose per il loro ruolo di portavoce delle denunce contro il potere costituito, alle quali il popolo romano affidava messaggi satirici.

Nel 2009 avevano avuto luogo interventi di restauro, promossi dall’Associazione Abitanti del Centro Storico d’intesa con l’Assessorato alle Politiche culturali e la Sovraintendenza capitolina ai Beni culturali, di quattro di esse: Pasquino (nell’omonima piazza alle spalle di Piazza Navona), Madama Lucrezia (in Piazza San Marco), Abate Luigi (in Piazza Vidoni), Facchino (in Via Lata). La statua del  Babuino,  precedentemente restaurata nel 1988 dall’Amministrazione Comunale, era stata ripulita nel 2010 dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma.

Fontana e statua di Marforio

La grande statua del Marforio, situata nel cortile del Palazzo Nuovo ai Musei Capitolini, è databile in età romana (fine repubblica - inizio impero). Restano aperte molte ipotesi sia sull’identificazione del soggetto - un fiume?, l’Oceano? - che sull’originaria collocazione.
Conosciuta già nel XII secolo e copiata nei disegni del Beatricetto, si mostra ora come Oceano, che, semisdraiato e poggiato su un letto di piccole rocce, con il mostro marino, i delfini e la conchiglia nella mano, si specchia nell’acqua della vasca.

L’intervento di restauro, avviato nel settembre 2012, riguarda sia la fontana e la statua di Marforio che l’esedra antistante ed è stato interamente finanziato da Swarovski con un contributo economico di 100mila euro

Gli interventi prevedono:
- il ripristino e l’adeguamento degli impianti idrico e di illuminazione della fontana monumentale;
- il recupero della nicchia retrostante e dei relativi elementi architettonici in travertino e specchiature in laterizio;
- la pulitura della statua e degli altri apparati decorativi della fontana attraverso consolidamenti, riadesione di frammenti, trattamenti chimici e microstuccature;
- la ricostruzione dei basamenti dei due delfini che compongono il gruppo, con la rimozione della colata cementizia e delle stuccature incongrue frutto di recenti interventi che ne hanno completamente modificato forma e disegno.