Scalone
Nei ripiani dello scalone che conduce ai piani superiori sono inseriti grandi rilievi storici, che decoravano importanti monumenti pubblici.
Tre pannelli relativi alle imprese di Marco Aurelio, da un arco trionfale, sono affiancati in sequenza sul primo pianerottolo, mentre altri tre con raffigurazione dell'imperatore Adriano sono distribuiti singolarmente in ciascun ripiano.
All'ultimo piano si fronteggiano, ai lati dell'ingresso alla Pinacoteca, due eccezionali pannelli con intarsi di marmi colorati dalla Basilica di Giunio Basso sull'Esquilino.
Intorno al 1570, mentre si lavorava alla nuova facciata del Palazzo, fu edificato lo scalone monumentale, che sostituì la quattrocentesca scala esterna: le due grandi rampe prendevano luce da un piccolo cortile scoperto che è stato chiuso all’inizio del XX secolo.
La terza rampa dello scalone fu costruita nei primi anni del 1900 per rendere più agevole l’accesso alla Pinacoteca, ampliata in quegli stessi anni con la creazione della Galleria Cini.
I Ripiano
Tra il 1572 ed il 1573 furono sistemati sulle pareti i quattro grandi rilievi storici romani derivanti da monumenti in onore degli imperatori Adriano (117-138 d.C.) e Marco Aurelio (161-180 d.C.).
Si tratta di documenti di straordinaria rilevanza storica ed artistica, tipiche espressioni dell'arte romana, nei quali vengono narrati gli eventi salienti delle guerre, ovvero la celebrazione di cerimonie ufficiali di carattere religioso.
A cominciare da sinistra si trovano:
Adventus di Adriano: il rilievo, che proviene da Piazza Sciarra, deriva da un arco onorario localizzabile nelle vicinanze del tempio dedicato all'imperatore divinizzato: rappresenta Adriano che entra a Roma (probabilmente di ritorno dalla guerra giudaica nel 134 d.C.), attraverso una porta nelle mura, accolto dalla dea Roma e dalle personificazioni del Senato e del Popolo romano.
Gli altri tre rilievi storici derivano probabilmente da un arco trionfale dedicato a Marco Aurelio in occasione delle sue vittorie sui Sarmati ed i Germani nel 176 d.C.; in Campidoglio già dal 1515, provengono dalla chiesa dei santi Luca e Martina, nel Foro Romano:
Clemenza imperiale: Marco Aurelio è raffigurato in un atteggiamento molto simile a quello che si può vedere nella statua equestre al centro della piazza: a cavallo, in tenuta militare, con il braccio destro proteso, esercita la sua clemenza nei confronti dei prigionieri barbari inginocchiati. Vittoria imperiale: Marco Aurelio celebra il trionfo sulle popolazioni vinte. Su un carro trainato da quattro cavalli entra a Roma accompagnato da una piccola figura di Vittoria alata.
Religiosità imperiale: Marco Aurelio, in abiti civili e col capo velato, celebra un sacrificio davanti al tempio di Giove Capitolino, ove si concludevano tutte le processioni trionfali.
II Ripiano
L'arrivo dello scalone monumentale al piano nobile del palazzo dei Conservatori è impreziosito dai raffinatissimi stucchi che decorano le volte, realizzati da Luzio Luzi nel 1575, con soggetti relativi alla glorificazione di Roma attraverso le sue virtù e i monumenti della sua civiltà. Altri soggetti sono riferibili a scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
Accanto al ricco portale che dà accesso alla sala degli Orazi e Curiazi è collocato un grande rilievo storico proveniente, insieme a quello del ripiano successivo, dall'“Arco di Portogallo” su via del Corso, demolito nel 1662. In questo monumento, di età tardo-antica, erano stati inseriti i due rilievi provenienti da un arco dedicato ad Adriano, sorto probabilmente nelle vicinanze del tempio dell'imperatore divinizzato, nel Campo Marzio. Il rilievo raffigura Adriano su di un podio, mentre presiede ad una cerimonia legata all'elargizione di aiuti alimentari ai bambini romani.
III Ripiano
Sulla sinistra si trova un grande rilievo storico proveniente dall’Arco del Portogallo: rappresenta l’ apoteosi dell’imperatrice Sabina, moglie di Adriano e divinizzata dopo la morte. L’imperatore, seduto su uno scranno, assiste, alla presenza della personificazione del campo Marzio, all’apoteosi di Sabina che si solleva da una pira funeraria sulle spalle di una figura femminile alata, riconoscibile come personificazione dell’Eternità.
Sullo stesso ripiano sono collocati due splendidi pannelli lavorati ad intarsio di marmi colorati, rappresentanti tigri che aggrediscono vitelli. Si tratta di due tra i pochissimi elementi rimasti della ricchissima decorazione marmorea della cosiddetta Basilica di Giunio Basso sull’Esquilino.
La grande aula, costruita da Giunio Basso, console del 317 d.C., presentava le pareti interamente ricoperte da tarsie marmoree dalla splendida policromia e dalla raffinata figurazione.