Sala degli Orazi e Curiazi
La decorazione ad affresco dell'ampia sala è stata eseguita dal Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari) tra la fine del XVI secolo e l'inizio del successivo.
Concepiti come arazzi stesi lungo le pareti, gli affreschi raffigurano alcuni episodi della più antica storia di Roma, ripresi anche dai medaglioni monocromi sottostanti.
Due monumentali statue di papi sono contrapposte sui lati corti della sala: quella marmorea di Urbano VIII, opera del Bernini e dei suoi allievi, e quella in bronzo di Innocenzo X, eseguita dall'Algardi.
Avviati il 9 maggio 2016 i lavori di restauro della Sala Orazi e Curiazi
L'Aula grande, detta degli Orazi e Curiazi dal soggetto di uno degli affreschi, era destinata alle udienze del Consiglio Pubblico.
L'incarico di decorare la sala fu affidato nel 1595 a Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino (1568-1640), esponente di spicco del manierismo romano. La conclusione dei lavori era prevista per il Giubileo del 1600, ma nel 1613 erano compiute solo le prime tre scene. Dopo una interruzione di oltre vent'anni i lavori terminarono nel 1640.
Il ciclo degli affreschi illustra alcuni episodi della storia delle origini di Roma narrati dallo storico Tito Livio. Le scene fingono una serie di arazzi divisi, nei lati lunghi, da festoni di frutta e fiori, trofei d'armi e vasi lustrali. Alla base delle pareti è un fregio a finto marmo di Cesare Rossetti con medaglioni monocromi recanti episodi storici.
In ordine di esecuzione il ciclo inizia da:
Ritrovamento della lupa con Romolo e Remo (1596): Faustolo scopre sotto i rami di un fico, sulla riva del Tevere, la Lupa che allatta Romolo e Remo. Nella figura della lupa è evidente il richiamo alla Lupa capitolina conservata nel palazzo e simbolo della città.
Battaglia di Tullo Ostilio contro i Veienti e i Fidenati (1597-1601): con vivacità è rappresentato un episodio della guerra di espansione intrapresa dai Romani contro le città vicine al tempo di Tullo Ostilio, terzo re di Roma.
Combattimento tra gli Orazi e Curiazi (1612-1613): episodio della guerra di Roma contro la vicina città di Albalonga che si concluse con un duello tra i rappresentanti di Roma, gli Orazi, e quelli di Albalonga, i Curiazi. Gli eserciti contendenti assistono alla scena finale del duello, quando l'ultimo degli Orazi sta per colpire l'ultimo degli avversari.
Ratto delle Sabine (1635-1636): in primo piano è il gruppo delle donne Sabine rapite dai Romani per popolare la città da poco fondata. L'affresco, eseguito dopo circa vent'anni d'interruzione, condivide con le ultime due scene una tecnica pittorica più rapida e sommaria, tipica della tarda maniera del Cavalier d'Arpino.
Numa Pompilio istituisce il culto delle Vestali e dei sacerdoti (1636-1638): al centro della scena, sullo sfondo di un grandioso scorcio architettonico, arde sull'altare il fuoco sacro che le Vestali dovevano custodire sempre acceso.
Romolo traccia il solco della Roma quadrata (1638-1639): la mitica fondazione di Roma, Romolo delimita i confini della città tracciando un solco con l'aratro.
Le porte in legno intagliato e scolpito che illustrano temi legati alle origini leggendarie di Roma furono eseguite nel 1643 da Giovan Battista Olivieri e Giovanni Maria Giorgetti.
Nei lati corti della sala vi sono due magnifiche statue onorarie di Papi commissionate dai Conservatori: l'una, in marmo, scolpita da Gian Lorenzo Bernini tra il 1635 e il 1640, raffigura Urbano VIII Barberini (1623-1644); l'altra, realizzata in bronzo tra il 1645 e il 1650 in onore di Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), è opera dello scultore bolognese Alessandro Algardi.
Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari 1568-1640)
Cavalier d'Arpino (Giuseppe Cesari 1568-1640)