Sala Egizia
Gran parte delle opere esposte proviene dall’Iseo del Campo Marzio, il più importante santuario dedicato a Roma alle divinità egizie.
All’epoca del suo massimo fulgore, dopo la ricostruzione dell’imperatore Domiziano in seguito al grande incendio che distrusse il Campo Marzio nell’80 d.C., il grande complesso architettonico si sviluppava su un’area particolarmente estesa (circa m 220 x 70), con i templi di Iside e Serapide collegati da grande piazzale rettangolare.
Un lungo viale, simile alla via processionale dei grandi santuari egiziani, conduceva al tempio di Iside: l’accesso monumentale era decorato con colonne di granito grigio dal fusto figurato con sacerdoti, musici e cantori (esposte nel Cortile) e sormontate da capitelli in marmo bianco a forma di campana ornati di foglie a palmetta egizia. Lungo il viale si alternavano sfingi e piccoli obelischi e all’interno vi correva un canale dove scorreva l’acqua sacra, che alludeva al Nilo e aveva una funzione di rilievo nei rituali religiosi. Di particolare interesse il ritrovamento all’interno del canale di un coccodrillo in granito rosa, evidentemente immerso nell’acqua, che completava la suggestione dell’ambiente nilotico.
Sul lato opposto si innalzava il tempio di Serapide, che corrisponde all’area dove fu eretta la chiesa di S. Stefano del Cacco, il cui nome deriva dal ritrovamento in questa zona di una statua di cinocefalo (“cacco” o “macacco”) ora al Museo Gregoriano Egizio, che insieme ad altre statue simili conservate in questa sala decorava probabilmente il portico di accesso al tempio.