Sala di Annibale
La sala è l'unica, tra quelle dell'antico Palazzo quattrocentesco dei Conservatori, che ha mantenuto le originarie proporzioni. La decorazione, risalente al primo decennio del Cinquecento e tradizionalmente attribuita a Jacopo Ripanda, celebra in quattro grandi scene episodi delle Guerre Puniche; al di sotto corre un fregio a nicchie con busti di generali romani.
Il soffitto ligneo, di poco posteriore alla decorazione pittorica, reca al centro l'immagine intagliata della Lupa Capitolina.
La sala, dedicata alla narrazione di episodi delle guerre di Roma contro la rivale Cartagine, prende nome dall'immagine di Annibale sulla parete centrale, una raffigurazione dal carattere ingenuo e in parte fantastico.
L'ambiente è l'unico del nucleo quattrocentesco dell’Appartamento pervenuto senza profondi cambiamenti e successivi interventi.
Gli affreschi alle pareti, attribuiti convenzionalmente al pittore Jacopo Ripanda (pittore bolognese documentato tra il 1485 e il 1516), rappresentano la testimonianza più completa del primo ciclo decorativo del Palazzo, eseguito nel primo decennio del 1500 e che interessava anche le altre sale dell'Appartamento.
Le scene storiche sono inquadrate da pilastri angolari con candelabri a grottesche su fondo dorato, alla base un fregio con busti di generali romani e decorazione a grottesche che presenta ampie lacune dovute all'inserimento di epigrafi, successivamente rimosse.
Particolare è l'influsso che lo studio dell'arte antica esercitava sui pittori che lavorarono a questo ciclo di affreschi, come si può notare nella scena di battaglia navale che ripropone schemi figurativi ripresi dalla Colonna Traiana o, anche, nel raffinato disegno delle grottesche presenti nella decorazione.
Nel riquadro centrale del soffitto ligneo, il più antico del Palazzo, realizzato nel 1516-1519, compare per la prima volta la Lupa che allatta i gemelli, utilizzata come elemento decorativo e come riferimento simbolico alle origini della città.
Jacopo Ripanda (attr.)