Restauro del “Ritrovamento di Romolo e Remo” di Rubens
Grazie ad un apposito cantiere allestito nella Sala di Santa Petronilla, il pubblico dei visitatori dei Musei Capitolini potrà seguire tutte le fasi dell’intervento di restauro del Ritrovamento di Romolo e Remo di Peter Paul Rubens (1577-1640), a cura del restauratore Nicola Salini.
L’intervento terminerà entro gennaio 2013 ed è realizzato dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale grazie al contributo di The Mainichi Newspapers, organizzatori di una grande mostra su Rubens che si terrà in Giappone nel 2013.
Il Ritrovamento di Romolo e Remo viene eseguito da Rubens ad Anversa verso il 1612 all’età 35 anni. L’artista, tornato in patria da pochi anni dopo un lungo soggiorno all’estero (Italia e Spagna), realizza questo quadro come un omaggio alla storia di Roma, dove aveva vissuto e lavorato negli anni 1601-1602 e 1605-1608.
Rubens dipinge il Ritrovamento di Romolo e Remo nel momento in cui si sta affermando come uno dei principali protagonisti della cultura europea del Seicento. Grazie anche ad uno straordinario gruppo di aiutanti, il pittore realizza celebri serie di grandi opere richieste dalla principali corti di tutta Europa. Come si può vedere anche nel dipinto conservato in Campidoglio (e come apparirà più chiaramente dopo l’intervento di restauro), nel suo stile si combinano un raffinato uso del colore, derivato dalla pittura veneta, e una profonda conoscenza dell’arte classica.
Nel quadro, una delle opere più richieste e apprezzate dal pubblico, è raffigurato il momento in cui il pastore Faustolo, che accorre sulla destra, trova sulla riva del Tevere i due gemelli Romolo e Remo mentre vengono allattati dalla lupa; a sinistra si trovano un muscoloso vecchio, personificazione dello stesso fiume Tevere, e Rea Silvia, la madre dei gemelli. Lo sfondo è dominato al centro da una grande pianta di fico (il famoso “Ficus Ruminalis”).
Appartenuto al cardinale Giovanni Francesco Guidi di Bagno, Nunzio Apostolico nelle Fiandre nel periodo 1621-1627, il quadro fu successivamente spostato a Roma presso la famiglia Pio e nel 1750 ceduto al Campidoglio insieme ad altre importanti opere della raccolta.