Palazzo Senatorio
Palazzo Senatorio è la sede del Comune di Roma sin dal 1143, quando fu decretato il “rinnovo del Senato” (Renovatio Senatus), ovvero la fondazione del Comune romano medievale. Nel Palazzo si riunivano i Senatori, magistratura cui era affidata l’amministrazione della giustizia e della città.
Dopo l’età antica in cui il Campidoglio era soprattutto il centro religioso della romanità (con il tempio di Giove Capitolino), fu in epoca medievale che il Colle acquisì l’attuale valenza istituzionale, tanto che il termine Campidoglio è ancora oggi, nel mondo occidentale, sinonimo di centro del potere pubblico.
Il Palazzo conserva i più antichi resti giunti sino a noi di un palazzo municipale. Il primo nucleo fu realizzato sulle rovine del Tabularium, l’archivio pubblico dell’antica Roma, e poi, ampliandosi, occupò l’area del vicino Tempio di Veiove.
La più antica sede municipale viene tradizionalmente identificata con una zona parte dell’attuale Galleria di Sisto IV, un’aula a due navate cui si accede dall’ingresso di rappresentanza omonimo, rinnovato dal pontefice nel 1477.
A circa un secolo dopo la fondazione del Comune risale un vasto rifacimento del Palazzo che assunse una pianta ad L, con la facciata sulla Piazza e un prolungamento verso il Foro Romano in corrispondenza del versante rivolto verso l’Aracoeli. Tra i nuovi ambienti spicca l’Aula al primo piano, dove il Senatore amministrava la giustizia, originariamente aperta verso la Piazza con arcate a tutto sesto. Probabilmente nell’Aula trovava posto il gruppo statuario di Carlo I d’Angiò, attribuito ad Arnolfo di Cambio, ora conservato ai Musei Capitolini. La sala era accessibile dalla Piazza tramite una cordonata, dove era collocato il gruppo scultoreo del Leone che atterra il cavallo, luogo in cui si leggevano (e a volte si eseguivano) le sentenze capitali.
Vi era anche una sala superiore, dove il Senatore dava udienza e si riuniva il Consiglio Generale, caratterizzata da un loggiato di dimensioni più contenute, e poi unita alla sala inferiore nell’attuale Aula Giulio Cesare.
Guardando la facciata dalla piazza, sul fianco destro del Palazzo era forse collocata la torre campanaria. Sullo stesso lato, alla fine del XIV secolo papa Bonifacio IX fece tamponare le aperture e costruire due contrafforti per fortificare la struttura, ma anche come gesto simbolico diretto ad annullare l’immagine del potere municipale. Sulla sinistra della facciata vennero poi aggiunte la torre di Martino V (1427 circa) e, verso il Foro Romano, quella di Niccolò V (1451).
Con Paolo III Farnese si apre la fase rinascimentale di Palazzo Senatorio e del Campidoglio. Nel 1537 il papa affidò a Michelangelo l’incarico della nuova definizione della Piazza e degli edifici preesistenti. La facciata di Palazzo Senatorio fu modificata e conclusa solo tra il 1593 e il 1598, contraddistinta da un basamento a bugnato in finto travertino su cui si imposta l’alzato scandito da un ordine gigante di paraste e capitelli corinzi che si raccordano al cornicione con balaustra e statue.
Al centro della facciata è posta una scalinata monumentale è a doppia rampa, progettata e realizzata da Michelangelo tra il 1542 e il 1554, con la triplice funzione di accesso monumentale all’Aula del Senatore, di raccordo plastico tra il Palazzo e la Piazza ed elegante sfondo architettonico per le due statue antiche di divinità fluviali: il Nilo e il Tevere, trasferite sin dal 1517 sul Colle. Giacomo della Porta realizzò poi la bassa vasca che ancora oggi decora la nicchia della scalinata, con al centro l’antica statua della Minerva-Roma.
La grande torre campanaria cinquecentesca che svetta su Palazzo Senatorio fu ideata da Martino Longhi il Vecchio e ha un alzato in laterizio articolato in tre ordini sovrapposti, con le celle campanarie che si aprono nei due piani principali, dove sono ancora oggi conservate due grandi campane fuse nel 1804 e nel 1805. Sul fronte principale della Torre fu trasferito nel 1806 l’orologio, un tempo sulla facciata di Santa Maria in Aracoeli, mentre alla sommità vi era un’antica statua femminile restaurata alla fine del XIX secolo come Minerva-Roma, oggi sostituita da un calco.
LA RIPRODUZIONE DELLA LUPA CAPITOLINA
Nei pressi dell’ingresso secondario è presente una colonna con capitello ionico sormontata da una riproduzione in scala minore della celebre statua della Lupa Capitolina, quest’ultima conservata originariamente sulla facciata del Palazzo dei Conservatori, e poi spostata al suo interno dove è tuttora situata.
La Lupa è stata riprodotta nel corso dei secoli in innumerevoli esemplari e con ogni tecnica artistica. Negli anni Trenta del Novecento, in particolare, furono realizzate a cura del Governatorato di Roma una serie di Lupe Capitoline in bronzo perfettamente fedeli all’originale, realizzate usando la galvanoplastica, una tecnica scoperta intorno agli anni Trenta dell’Ottocento capace di riprodurre con la massima fedeltà gli oggetti. A tale produzione appartiene la Lupa posta all’ingresso di Palazzo Senatorio, mentre altri esemplari furono usati come dono di Roma a città italiane ed estere in segno di reciproca amicizia.