Sala del Gladiatore
Al centro della sala è esposto il cosiddetto "Galata morente", una delle opere più notevoli e celebri del museo.
E' la replica di una delle sculture del gruppo votivo dedicato a Pergamo da Attalo I per le vittorie sui Galati tra III e II sec. a. C.
La sala prende il nome dalla celeberrima statua del Galata morente che ne occupa il centro, scenograficamente disposta con le spalle rivolte a chi sale dallo scalone. La statua, rinvenuta nel 1622 nell'area degli antichi Horti di Cesare, poi di Sallustio, rappresenta un'eccellente replica di una delle sculture che componevano il monumento che Attalo I (241-197 a.C.), re di Pergamo, aveva dedicato ad Atena Poliade in occasione delle sue vittorie sui Galati. Il guerriero, nudo, è caduto sullo scudo, con la bella testa dolente reclinata in un ultimo momento di resistenza contro la morte. La sua appartenenza alle popolazioni celtiche è sottolineata dalla presenza del torques al collo e dal trattamento caratteristico dei baffi e della capigliatura.
Nella sala sono raccolti alcuni dei più significativi capolavori della scultura antica:
- la splendida figura di Amazzone ferita, attribuita a Fidia (V secolo a.C.) e creata in occasione di un concorso artistico tra i più noti scultori del tempo per il santuario di Artemide ad Efeso;
- il Satiro in riposo, copia romana di un notissimo originale di Prassitele, del IV secolo a.C., proveniente da villa d'Este a Tivoli e donata da Benedetto XIV;
- la statua di Giunone della collezione Cesi, opera originale ellenistica del III secolo a.C., che mostra la solida struttura del corpo avvolta da un pesante panneggio;
- la statua di filosofo cinico, anch'essa riconoscibile come opera originale del III secolo a.C. di scuola pergamena.
Contro la finestra, in posizione privilegiata, si trova il delizioso e famosissimo gruppo di Amore e Psiche, opera di genere derivata da un originale del II secolo a.C.