Galleria trasversale
In cima alla scala che sale dalla Galleria Lapidaria è stata collocata la colossale statua marmorea di Veiove ritrovata nell'area della cella del tempio, di cui doveva costituire il simulacro di culto. Sulla destra, protetta da una vetrata, è invece visibile la parte posteriore dell'alto podio in travertino del tempio di Veiove, al di là dei resti della parete in grossi blocchi di tufo del Tabularium, che in questo punto formava una rientranza per la presenza del tempio.
Nelle strutture di fondazione del Palazzo Senatorio, durante i lavori di scavo eseguiti alla fine degli anni ’30 per la realizzazione della galleria di congiunzione dei Palazzi Capitolini, fu scoperto il tempio di Veiove, caratterizzato da cella trasversale, più larga che profonda, preceduta da un pronao a quattro colonne; l’alto podio è in travertino, mentre i muri della cella sono in blocchi di tufo di Grotta Oscura.
Il tempio è stato identificato, sulla base delle notizie tramandate dalle fonti letterarie, con quello dedicato a Veiove nel 192 a.C. inter duos lucos, inter Arcem et Capitolium (tra i due boschi; tra l’Arce ed il Capitolium).
L’edificio che vediamo oggi è quello della ricostruzione di età sillana (inizio I sec. a.C.) con importanti restauri di epoca flavia (fine II sec. d.C.). In quest’ultimo periodo è stata sostituita la copertura in legno con una volta cementizia e la decorazione interna della cella si è arricchita di incrostazioni di marmi colorati.
Durante gli scavi, all’interno della cella, è stata rinvenuta la statua di culto, purtroppo senza testa: essa raffigura, in proporzioni circa il doppio del vero, una divinità maschile di aspetto giovanile, stante e nuda con un pesante mantello appoggiato sulla spalla sinistra.
Per raggiungere la grande galleria aperta sul Foro Romano si attraversano alcuni vani di fondazione originariamente non praticabili.
Si notano, sulla sinistra, alcuni ambienti a due piani, uno dei quali conserva la volta a botte e l’intonaco bianco alle pareti: pur essendo allo stesso livello della galleria, originariamente non comunicavano con essa ed erano in antico raggiungibili dal Foro Romano attraverso una stretto corridoio con finestre che correva al di sotto della galleria; è stato proposto di riconoscervi l’ officina Monetae, cioè la zecca, posta sull’Arce accanto al tempio di Giunone Moneta
Alla fine del corridoio che conduce nella galleria è affissa sulla destra una porzione della trabeazione del tempio di Vespasiano e Tito, i resti del quale sono visibili nel sottostante Foro Romano, addossati al basamento del Tabularium.
Proprio di fronte ad essa attraverso un'apertura moderna si può vedere uno degli ambienti del lato nord-orientale del Tabularium, con pavimento in battuto di calcare bianco.